Rivista Italiana di Teosofia

Rivista Italiana di Teosofia

È uscito il numero di gennaio-febbraio della Rivista Italiana di Teosofia.

L’editoriale, firmato da Antonio Girardi, porta il titolo “Il sorriso del Pellegrino”. In esso l’autore sottolinea come lo sviluppo delle facoltà latenti dell’essere umano sia collegato al fatto di prendere coscienza di quella che H.P. Blavatsky definiva, ne “La Voce del Silenzio”, l’eresia della separazione come un inganno che inchioda l’essere umano al dualismo fra spirito e materia, al pensiero discriminatorio, alla relazione conflittuale, all’odio e all’invidia.

Per l’autore dell’editoriale “La pietra d’angolo di un approccio teosofico alla vita consiste dunque nel sospendere i giudizi separativi e nel concentrarsi sul lavoro individuale, il quale porta alla scoperta del ‘ponte’ che conduce alla dimensione dell’intuizione. Questo approccio alla vita, una vera e propria metodica, insegna che il livello di coscienza è una possibilità evolutiva e che i vari livelli di ‘vibrazione’ sono in grado di portare a differenti percezioni della realtà. Se non ‘purifichiamo’ il nostro corpo fisico, quello emotivo e quello della mente concreta, allineandoli alle possibilità dei mondi degli archetipi e dell’intuizione, non potremo mai percepire la ‘realtà’ ma ci limiteremo a percorrere il labirinto della separatività”. 

La Rivista contiene, fra gli altri, gli articoli "Per una teosofia dell’esperienza" di Antonio Girardi e "Una visione teosofica del processo di autotrasformazione nell’antica Grecia" di Elena Bessie Camplone.

Il primo è preceduto da tre citazioni: la prima, di George S. Arundale, fa riferimento al fatto che “La Teosofia è la vera scienza dell’eterna giovinezza, la reale incarnazione dell’autentico spirito della giovinezza”; la seconda, di Joseph Pang Wai, ci ricorda che “Quando avremo fatto quanto è in nostro potere, potremo dire con sincerità nel nostro cuore: ‘Qualsiasi cosa accada, è sempre per il meglio’”; la terza, di Gertrude Stein, sottolinea che “La risposta viene prima della domanda”.

Dopo aver analizzato i concetti fondamentali della Teosofia, così come sono rappresentati in particolare nelle proposizioni fondamentali de “La Dottrina Segreta” di H.P. Blavatsky, tutte ispirate all’Unità della Vita, Girardi sottolinea come la Teosofia rappresenti non soltanto un ordinato insieme di conoscenze ma anche il presupposto per una sperimentazione di tipo pratico sul piano della Fratellanza Universale senza distinzioni, che è poi il primo scopo della Società Teosofica. Ed è proprio in questo senso che si può parlare di una Teosofia dell’esperienza.

L’idea è che “La Teosofia ha la possibilità, attraverso l’osservazione, la conoscenza e l’intuizione di portarci anche a una più profonda comprensione del significato della relazione”. 

In questo contesto il momento presente esprime tutte le sue potenzialità, proprio come “sintesi suprema della vita e delle sue possibilità”, nonché “chiave d comprensione del karma, legge suprema di una risonanza universale che nulla trascura e tutto comprende”.

Il secondo articolo è a firma di Elena Bessie Camplone, molta attiva nell’ambito del movimento dei Giovani Teosofi sia a livello nazionale sia internazionale.

Dopo aver citato Talete, con il suo “la cosa più difficile del mondo è conoscere se stessi” e H.P. Blavatsky che, ne “La Voce del Silenzio”, ci ricorda che “Per raggiungere il Nirvana si deve conseguire la conoscenza di Sé e che questa nasce dalle opere d’amore”, l’autrice analizza il processo di autotrasformazione così come è stato rappresentato da vari filosofi e sapienti dell’antica Grecia quali Anassagora e Platone, per arrivare allo stesso neoplatonico alessandrino Plotino. Il percorso che compie Elena Bessie Camplone è comparativo, con continui riferimenti al pensiero di Helena Petrovna Blavatsky.

L’articolo si chiude con una citazione della teosofa americana Joy Mills che ricorda che “Se noi stessi siamo nelle tenebre, il mondo non può conoscere la luce. Dentro di noi si incontrano tutte le possibilità per la distruzione del mondo o per la sua redenzione. Quando sapremo sopportare la sofferenza e il peso del dolore del mondo, sapremo come trasmutare quel dolore in gioia suprema”.  

La parte finale della Rivista è, come di consueto, ricca di testimonianze, informazioni, recensioni.

Link alla Rivista: https://www.teosofica.org/it/materiale-di-studio/rivista-italiana-di-teosofia/,446

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